Scrittura collaborativa: – PiratePad #linf12

Se proprio vogliamo immaginare in quale capitolo ci troviamo, allora potremmo dire in quello della scrittura collaborativa. Non illudetevi però, qui il percorso non è lineare. Magari il prossimo post ci sbalzerà in tutto un altro capitolo, forse in uno dei precedenti, oppure in uno nuovo. E qualcuno di voi penserà: – Ma cosa avrà in testa per il prossimo passo? – Nulla signori miei! Un bel Nulla! Giusto qualche intenzione, ma nessuna certezza. – Oddio, siamo dunque preda del caso? – Sì cari, ma un caso sensato, molto sensato. Il prossimo passo ha un alto grado di incertezza perché viene determinato da un dado e quel dado siete voi, ovvero la vostra piccola comunità che prova, pensa, si esprime, si lamenta, chiede, propone. L’azione del docente, in questa visione, attiene molto più all’idea della cura che a quella della manovra: tenere ben fermo l’obiettivo generale e poi aiutare ciò che appare utile, trascurare il resto.

È così che siamo finiti nella sabbiera… che poi sarebbe PiratePad. Facciamo qualche passo indietro. Vi ho attirati in Twitter, che può funzionare molto bene come luogo di aggregazione nel quotidiano. Twitter induce alla sintesi ma voi avete imparato che ci si possono mettere link e che potete quindi espandere pensieri-titoli in post estesi nei vostri blog. Ci pensa poi il meccanismo dei feed a far sì che tutti si possano accorgere dell’apparizione di un nuovo post in uno dei vostri blog. Ma il post in un blog è una scrittura notevolmente più impegnativa di un Tweet, un testo nel quale uno tende a immaginare testa, corpo e coda. Manca un quadernaccio comune dove buttar giù note effimere ma più estese di un tweet, osservazioni volanti, elenchi eccetera. Ecco allora l’idea di usare lo strumento di comunicazione e collaborazione quotidiana elettivo delle comunità di hacker-coders-pirati eccetera: il pad.

In effetti il capitolo “scrittura collaborativa” io l’avevo in mente, ma aspettavo un’occasione per introdurlo dalla porta delle necessità reali e non dalla porta delle “lezioni-direttive”. Così è apparso il quaderno d’appunti http://piratepad.net/puAHEiCXap che ho piazzato in bacheca. Ci ho messo dentro una sezione di cose da fare e una di problemi irrisolti, ma ci potranno finire anche altre cose. Esistono altri strumenti del genere, vedremo… Ieri sera, facendo i video, mi sono accorto che Errica, in un impeto di creatività favorito dai fumi dell’influenza, si era messa a “vuotare il sacco”. Mi è venuto spontaneo scrivere…

… e in un baleno il pad si è riempito di bambini! Per vedere l’effetto giocate in http://piratepad.net/puAHEiCXap con Time Slider o andando a vedere Saved Revisions (dove poi ci trovate lo stesso meccanismo del Time Slider; ambedue i comandi sono in alto a destra). Ma prima guardate i video. Nel primo è andata a finire che ho espresso alcune considerazioni generali. Magari se qualcuno le vuole trascrivere…

e qui qualche chiacchera sui comandi

5 pensieri riguardo “Scrittura collaborativa: – PiratePad #linf12”

  1. Allora prof ho proprio dovuto entrare nel bosco…ma sa che fatica…il mio animo avrebbe preferito una bella spiegazione delle piante prima…quindi oggi mi sono concentrata a scaricare cmap per esplorare il software e capire come fare una mappa concettuale…salvarla:per me è già difficilissimo questo anche se ad altri può sembrare una banalità…sto solo guardando il bosco, ma dall’interno! Grazie per il rimprovero!

  2. Riporto un passo della presentazione del prof che ho trovato molto interessante e che a mio avviso riassume lo spirito con cui lui ci ha condotto fino a qui:
    …….Voler conoscere già dall’inizio tutte le potenzialità di uno strumento è una logica perdente, è una logica che poteva andar bene quando gli strumenti erano molto semplici. Con strumenti più complessi come ad esempio il computer o le mille applicazioni esistenti in rete non è più possibile approcciarsi ad esse con l’idea di volere sapere tutto e subito. Occorre fare il contrario, capire cioè l’essenza, capire a che cosa serve fondamentalmente quella cosa, quel software, quel servizio. Su questo mi devo concentrare e cominciare ad usarlo. Durante l’attività mi verranno delle necessità, mi verranno delle curiosità, attingerò da qualcuno più esperto di me per rispondervi, cercherò risposte su google, proverò a vedere cosa fa questo comando e questo altro… è così che si fa, e piano piano la mia conoscenza di quello strumento aumenterà.
    Sarebbe come se volessi conoscere un bosco e dicessi : – Io non ci voglio entrare finchè qualcuno non mi dà la lista completa dei nomi di tutti gli alberi e di tutte le specie esistenti lì dentro!
    Ma sarebbe una follia! Uno ci entra e comincia a guardarsi attorno, ci passeggia, osserva, gira, torna sui suoi passi. E magari quando va via tornano alla mente le immagini di un sasso, di uno scoiattolo sul ramo, di un funghetto cresciuto sotto il muschio, …. Piano piano si forma nella nostra mente un’immagine più ricca, completa e soprattutto viva di quel bosco.
    Se la vita ci consentirà di ritornarci, pian piano quel bosco diventerà nostro.

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