Non adagiarsi nella comfort zone

I momenti che preferisco in un corso sono quelli che precedono l’inizio, quando non conosci ancora nessuno ma sai che da qualche parte c’è un’entità viva e vibrante, che ti aspetta e si aspetta qualcosa da te. Ho sempre cercato di inviare dei messaggi di accoglienza in questi momenti di sospensione, nei vari modi possibili a seconda dei contesti. Come quando si getta l’amo per la prima volta in un nuovo specchio d’acqua, l’incertezza è pari alla speranza e per me questo è un momento esilarante.

L’ho fatto anche con l’imminente VIII laboratorio di tecnologie didattiche in edizione napoletana, presso l’Università di Suor Orsola Benincasa. Da principio pensavo di sbrigarmela con un semplice copia e incolla con pochi aggiustamenti dei messaggi inviati nelle precedenti edizioni del laboratorio all’Università di Firenze (che continuo a fare). Invece mi sono impappinato. Quel messaggio che pareva super rodato mi è parso completamente inappropriato. Sono rimasto un po’ sconcertato ma poi ho capito il motivo: mi ero adagiato nella comfort zone.

Si sa che quando un corso esiste da un certo numero di anni, e magari funziona pure bene, il passaparola costituisce un potente meccanismo di diffusione delle informazioni. Molti studenti sanno a cosa vanno incontro, in una certa misura. I meccasnimi del corso, alcuni termini, i nomi di certi strumenti, girano nelle teste, in modo fumoso, ma ci sono. Così mi sono reso conto che nei messaggi che inviavo davo abbastanza per scontato che grosso modo il contesto fosse noto. Mettendomi invece nei panni dei nuovi studenti, che non hanno mai sentito niente in proposito, ho visto che il vecchio messaggio era totalmente inadeguato.

Ecco il nuovo messaggio di accoglienza, e speriamo che funzioni…

Benvenuti nel laboratorio sull’impiego delle tecnologie didattiche a  scuola. Mettetevi comodi, sapendo che incontrerete qualche ostacolo ma  che alla fine, con buona probabilità, vi divertirete. Il primo ostacolo è  questo: uscite subito dalla comfort zone della routine che vi è ben  nota — seguire (più o meno) le lezioni, studiare i testi, rispondere  alle domande all’esame. Niente di tutto questo. Qui dovrete fare delle  attività, produrre degli artefatti, che saranno testi ma anche cose che  ora, nella stragrande maggioranza, non sapete fare. Certo, vi capiterà  anche di studiare — avete a disposizione un paio di manuali di 180  pagine e un intero corso online realizzati dal sottoscritto — ma sarà uno  studio finalizzato alla produzione di quegli artefatti e, soprattutto,  ad acquisire una certa autonomia in contesti che vi sono estranei, un  sostanziale empowerment, per dirla con il termine inglese, più  appropriato. Questo non è un corso dove imparare una serie di risposte  univoche; imparerete invece ad affrontare nuove categorie di problemi  cercando soluzioni adeguate al contesto, consapevoli che ve ne possono  essere altre. In altre parole vi perfezionerete nell’arte di imparare ad  imparare. 

Per inevitabili motivi contestuali all’organizzazione di un corso di  laurea così ricco di studenti (per fortuna) e così complesso, il  laboratorio sarà molto compresso, svolgendosi nell’arco di quattro  settimane. Non tanto perché ciascuno di voi debba frequentare 18 ore di  laboratorio in questo arco di tempo ma perché apprendere vuol dire anche  familiarizzare, se si vuole realizzare la forma più profonda e duratura  di apprendimento. Da questo punto di vista il tempo è poco. Siamo  pienamente consapevoli di ciò e cercheremo di ovviare mediante  un’attenta focalizzazione dei processi più importanti, a partire dai  quali confidiamo che sarete agevolmente in grado di proseguire da soli. 

Per quanto tutto ciò vi possa apparire nuovo, si tratta di un metodo  messo a punto con sette coorti di studenti come la vostra negli anni  precedenti presso l’Università di Firenze. Nella sezione dedicata alle  risorse Internet in queste pagine (Link consigliati) trovate il link ad  un post dove potete farvi un’idea più precisa del metodo e dei feedback  dei vostri colleghi. 

Chi di voi volesse anticipare un po’ il lavoro, può avvantaggiarsi  accedendo ai link disponibili nella medesima sezione (qui descrizioni  succinte, spiegheremo tutto durante il primo incontro): 

  1. Iscriversi al forum pubblico per la discussione di problemi e  idee. Sarà il principale mezzo di comunicazione per creare una comunità  di apprendimento.
  2. Scaricare LibreOffice. Si  tratta di una suite di programmi tipo  MSOffice che utilizzeremo per  svolgere le attività. La potete  scaricare per qualsiasi sistema  operativo (Windows, Mac o Linux).  Nella pagina di download vi verranno offerte due opzioni. Vanno bene  ambedue, se siete incerti scegliete la seconda: versione 7.3.7. 
  3. Iscrivetevi al MOOC sul coding a scuola. Questa è la risorsa  principale del corso. La dovrete utilizzare tutti. Una volta iscritti  scegliete la versione gratuita.
  4. Scaricare “Piccolo manuale di LibreLogo”. File PDF di supporto al MOOC sul  coding a scuola. Disponibile qui anche nella sezione dei file da  scaricare.
  5. Facoltativamente, scaricare “Building knowledge with turtle geometry”. Testo approfondito in  inglese. Facoltativo. Per chi è particolarmente curioso e vuole andare  oltre… Disponibile qui anche nella sezione dei file da scaricare.

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